Le chiamò infatti Maria Gaetana, Domenica Maria Gaetana, Raffaela Maria Gaetana e Francesca Maria Gaetana. La storia diventa subito triste, almeno per quello che noi conosciamo, perchè Maria Gaetana morì la sera del giorno dopo. Ma prima venne battezzata insieme alle sue sorelle dal parroco, don Nicola Della Riccia, come risulta dai registri parrocchiali. Anche Francesca morì meno di un mese dopo, il 17 ottobre. Nel 1826 era abbastanza normale che i bambini morissero poco tempo dopo la nascita, la mortalità infantile era elevatissima. Di Giuseppe, di Barbara e delle due bambine superstiti non sappiamo più niente, scomparsi nell'oblio che inevitabilmente inghiotte chi nasce povero. Succede ancor oggi, figuriamoci nel 1826!

Il buon Giuseppe e sua moglie non avrebbero mai immaginato che sarebbero "rinati" insieme alle loro figlie in questa tarda primavera del 2011, dopo ben 185 anni di assenza. L'autore di questo "miracolo" è Giuseppe Orlando, un nostro giovane compaesano che da tempo vive a Cracovia, in Polonia, il quale, quasi casualmente è incappato in un vecchio trafiletto del "Kurier Warszawski" (Il Corriere di Varsavia), un quotidiano pubblicato a Varsavia dal 1821 al 1939, legato al Partito Cattolico Nazionale, edito in 50 mila esemplari, molto popolare fra gli impiegati statali e gli intellettuali della capitale polacca.  Bene, in questa pagina del numero 262 di sabato 4 Novembre 1826 c'è scritto "W Monteparano porodziła żona tamecznego włościana 4 żyiących czerstwych dzieci", la cui traduzione  significa "A Monteparano la moglie di un contadino del luogo ha partorito 4 figli vivi e sani". 

 

Non sappiamo per quali vie la notizia sia giunta fino in Polonia, a ben 2200 Km di distanza, ma sappiamo invece che in quel mese di novembre 1826 parecchi gentiluomini di Varsavia lessero di Monteparano e delle sue gemelline sul "Kurier Warszawski". E sappiamo anche che quel trafiletto conservato nella biblioteca dell'Università di Varsavia ha fatto rinascere oggi a nuova vita Giuseppe Occhinegro, contadino monteparanese del tempo, sua moglie Barbara Scozio, le sue quatrro gemelline, la levatrice Gaetana e don Nicola Della Riccia, parroco di Monteparano nel 1826. Questi nomi ci sono noti grazie al prof. Antonio Ricchiuti, che anni fa ha operato la trascrizione dei registri dei battesimi parrocchiali con passione e notevole dispendio di tempo. E le quattro gemelline di Monteparano che arrivarono fino a Varsavia forse adesso non moriranno più, perchè muore chi non lascia traccia nel ricordo di chi rimane; chi invece lascia la sua impronta nella memoria degli altri vivrà in eterno

(prof. Salvatore Renna)

 

L’articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2011  sul sito web www.monteparano.com e nella stessa giornata è stato ripreso da altri siti web della provincia. Il giorno dopo è stato pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dal Corriere del Giorno.