Luoghi e Monumenti

 

Il Santuario della Madonna della Camera è situato a circa 1.5 km a sud dell'abitato, là dove sorgeva l'antico villaggio di Mennano. Pur ricadendo nel territorio del vicino comune di Roccaforzata, ove La madonna viene solennemente festeggiata il giorno del giovedì dopo Pasqua, il santuario è meta di numerosi pellegrinaggi sia da Monteparano che da altri centri della provincia.

All´interno è custodita una icona della Madonna e altri affreschi risalenti al Medioevo. La festa deriva da una lontana leggenda. Si racconta che, durante l’invasione turca, le popolazioni di Roccaforzata e Monteparano si rifugiarono nell’´omonimo Santuario, sito nel villaggio di Mennano, per salvarsi dagli assedianti. I Turchi furono allontanati dagli occhi della Madonna raffigurata su un quadro posto all'interno della "camera". In passato il Santuario era metà di scampagnate che coinvolgevano buona parte delle popolazioni dei due Comuni. Ci si allertava di buon mattino e si raggiungeva il Santuario a piedi. I fedeli di Monteparano, subito all'uscita del paese, si fermavano alla cosiddetta "pietra santa", un masso di notevoli dimensioni che si trovava sul lato sinistro del tratturo, sul quale, secondo una leggenda, la Madonna si sarebbe seduta a riposare. La leggenda non ha resistito alle prime sistemazioni stradali degli inizi degli anni '70.

 

Tra i casali dell’Albania Tarantina, Monteparano fu uno dei centri più tenaci nel conservare il rito greco ortodosso, ma a causa delle continue pressioni e costrizioni da parte del clero latino furono costretti ad abbracciare il rito della chiesa di Roma. Per ovviare ai contrasti apertisi con la curia arcivescovile di Taranto la parrocchia locale, nei primi decenni del XVII secolo, abbandona l’intitolazione a Santa Maria di Costantinopoli, prendendo l’attuale nome di “Maria SS. Dell’Annunziata”.

Ai papas ortodossi si sostituiscono i preti latini che avviano i fedeli alla dottrina cattolica e all’osservanza delle feste liturgiche del calendario cristiano-romano. Fu abbandonato anche il culto di santi orientali, che rivestivano con bellissime icone le pareti  della chiesa, edificata nei primi decenni del XVI secolo, dagli albanesi. Costruita “more greco”, era a tetto imbriciato e vi si accedeva mediante due porte di legno; l’altare maggiore guardava verso oriente e si saliva per tre gradini, ornato con tre tovaglie e sul paliotto vi era affrescata l’immagine del Cristo Pantocratore.

 

L’imponente mole del Castello dei d’Ayala Valva, che si trova sulla antica via Consolare, oggi via Roma, sorge dirimpetto alla piazzetta. La costruzione, almeno nella parte più antica, risale al periodo in cui andava edificandosi il casale albanese di Monteparano sotto la signoria dei dell’Antoglietta, i quali avevano ottenuto nel 1514 l'autorizzazione dal vicerè del regno di Napoli di far popolare la terra che sorgeva a monte del distrutto casale di Patrello. L’edificio è molto caro ai monteparanesi, perché, con la sua presenza costante, è stato muto testimone di tutta la loro storia, oltre ad essere stato fissa dimora dei vari feudatari che si sono succeduti nel tempo.  In tal modo, insieme alla Chiesa, è diventato la parte più importante del patrimonio storico e artistico del paese.  I primi feudatari di Monteparano furono i dell’Antoglietta, che lo fecero edificare seguendo un progetto simile a quello dell’antico palazzo baronale di Fragagnano. La data in cui venne edificato il palazzo si presume aggirarsi intorno al 1514. Si pensa, che siano stati i figli di Francesco dell’Antoglietta - Giovanni Maria, Giovanni Tommaso e Lelio - e la loro madre, Geronima De Montibus, a volerne la costruzione.