Una volta i giocattoli erano tutti "fai da te", come si dice oggi. Anzi "quasi" tutti, perchè la Befana (non esisteva ancora Babbo Natale) portava il 6 gennaio un (nel senso numerico di "uno") giocattolo vero, generalmente una bambola per le femminucce e una pistola (o un pallone) per i maschietti. 

Ma questi giocattoli erano subito distrutti dall'ardore del gioco. Allora, nel resto dell'anno, e soprattutto l'estate che di tempo ne lasciava tanto (il mare era spesso visto solo in cartolina), i giocattoli bisognava costruirseli, talvolta addirittura inventarseli. I materiali non mancavano, erano quelli messi a disposizione dalla natura e dall'usura del tempo. Vediamo di fare un elenco:

  • "li spaseddi" (tappi delle bibite) venivano schiacciati ("cazzati") e usati come monete per giocare a "battiparete": naturalmente ci si vantava della propria collezione;
  • una pietra di gesso serviva per disegnare la "campana" o addirittura un semplice stecco per fare dei segni nelle aie impolverate;
  • i pneumatici di bicicletta non piu' usati erano una miniera per fare la "tirammolla" (fionda), insieme alle "ricchitedde" delle vecchie scarpe;
  • una semplice ghianda tagliata a meta' con uno stecco serviva a fare "lu curruculu" (una piccola trottola);
  • la farina serviva a fabbricare la colla, che serviva sempre;
  • con dei rami si costruivano archi e fionde;
  • cinque sassolini più o meno delle stesse dimensioni erano l'occorrente per giocare "alli pitruddi";
  • "basciu allu sciculoni", di fronte all'altarino votivo di San Gaetano, si trovava la creta (argilla) per modellare statuine o altri oggetti;
  • i bottoni venivano usati al posto delle monete in alcuni giochi;
  • le figurine PANINI volavano all'aria e si rovesciavano sotto i violenti "sscuppuluni" del palmo della mano sulle soglie delle abitazioni;
  • con tavole di legno e cuscinetti a sfera (ma non tutti li avevano) si costruivano "carrozze" e monopattini;
  • le "palline" (biglie di vetro colorate) sfondavano le tasche dei pantaloni e chi ne possedeva tante, vinte al gioco con gli altri, godeva nel farle tintinnare, come trofei di guerra, nelle tasche che affondavano sotto il loro peso.